Affittare con l’obiettivo di comprare. Può essere una buona soluzione per superare la crisi del mercato immobiliare e stimolare l’attività di compravendita.
Oggi, più che mai, è diventato difficile disporre di capitali consistenti per sostenere l’acquisto di un immobile.
Le ragioni sono tante e note.
La soluzione del “rent to buy”, schema contrattuale di derivazione anglosassone, può venire in aiuto.
Si tratta di una fattispecie contrattuale che richiede necessariamente l’intervento di più professionisti del settore (avvocati, commercialisti e notai), che insieme devono dare delle soluzioni alle parti che vogliono fare un’operazione di compravendita con la formula del rent to buy. Ci sono infatti implicazioni di natura civilistica e fiscale che devono essere attentamente vagliate e approfondite.
Il potenziale acquirente, prima di acquistare (buy), decide di passare un periodo di tempo con un contratto di affitto (rent) in quella che sarà la sua futura abitazione, dietro il pagamento di canoni d’affitto maggiorazione.
I vantaggi per chi compra vanno dalla possibilità di rimandare l’atto di acquisto, con tutti i costi annessi e connessi, a un periodo successivo, fissando però fin da subito il prezzo di acquisto, fino alla possibilità di conoscere la casa e di apprezzarla al fine di un successivo acquisto.
I vantaggi per chi vende, invece, vanno dalla possibilità di mettere a reddito immediatamente l’immobile (percependo un affitto), fino a trattenere la maggiore somma ricevuta a titolo di locazione maggiorata.
Si tratta indubbiamente di una formula molto interessante, un’applicazione pratica di quello che ci insegnano alla facoltà di economia e di matematica: la teoria dei giochi: ogni soggetto deve massimizzare la propria funzione di utilità sotto il vincolo che anche la controparte deve massimizzare la propria funzione di utilità.
Quello che rappresenta un vantaggio per il compratore (il fatto di poter scegliere se acquistare o meno a un prezzo fissato al momento della stipula del contratto di affitto) ha un prezzo da pagare (la maggiorazione dei canoni di affitto) al potenziale venditore, che ha lo svantaggio di non avere la certezza che l’operazione di compravendita vada a buon fine.
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