Imposte: acconti di novembre. I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per il rinvio

Il 30 novembre 2023 scade il termine per il versamento degli acconti delle imposte sui redditi e dei contributi Inps.

Differimento degli acconti

Il decreto legge 145 del 2023 collegato alla manovra di bilancio ha stabilito che il versamento dell’acconto delle imposte sul reddito è posticipato al 16 gennaio 2024. E’ prevista, inoltre, la possibilità di rateizzare l’acconto di novembre in 5 rate.

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare num. 31/E ha chiarito che il differimento vale anche per i contribuenti nel regime forfettario.

Quali sono gli acconti che si possono posticipare e quali no.

I contribuenti con partita iva che presentano la dichiarazione Modello Redditi possono posticipare al 16 gennaio 2024 i seguenti acconti:

  •  Irpef identificati dal codice tributo 4034.
  •  Cedolare secca identificati dal codice tributo 1842.
  •  Imposta su attività finanziarie detenute all’estero con codice tributo 4048. 
  •  Imposta sostitutiva sul reddito con codice tributo 1794.

Gli acconti previdenziali da versare alla gestione separata Inps e alla gestione commercianti non rientrano nel differimento e, pertanto, devono essere versati entro la scadenza del 30 novembre 2023.

Soggetti esclusi dal differimento degli acconti

I contribuenti che nel periodo d’imposta precedente hanno dichiarano ricavi o compensi di ammontare superiore a 170.000 euro non possono differire gli acconti IRPEF. 

In base al dettato normativo, inoltre, sono esclusi dal differimento degli acconti:

  • I contribuenti non titolari di partita iva.
  • I titolari di partita iva diversi dalle persone fisiche, quali, ad esempio, le società di persone, di capitali e gli enti non commerciali.

 

Per questi soggetti è confermata la scadenza del 30 novembre 2023.

Come verificare la soglia dei ricavi

Per verificare il rispetto del limite dei 170.000 euro si deve far riferimento ai compensi dichiarati per l’anno d’imposta 2022. Se il contribuente esercita più attività (con diversi codici Ateco), bisogna sommare i relativi ricavi e compensi.