Pianificazione fiscale con il nuovo regime forfettario

A gennaio 2019 partirà il nuovo regime forfettario.
Sul funzionamento del regime forfettario e sui requisiti rimando  a quanto già scritto in precedenza. In questo articolo presentiamo un esempio di pianificazione fiscale  per capire se è più conveniente aderire al regime forfettario o rimanere nel regime ordinario.

Caratteristiche del regime forfettario

I redditi generati dall’attività di lavoro autonomo nel regime forfettario non cumulano con redditi di altra natura (ad esempio i redditi da lavoro dipendente, i redditi da pensione, i redditi da affitti, e così via).
I redditi derivanti da locazione di immobili in cedolare secca scontano una imposta sostitutiva all’Irpef.
E’ possibile usufruire delle detrazioni fiscali ai fini Irpef (spese mediche, spese per ristrutturazione edilizia e risparmio energetico, interessi sui  mutui, eccetera) fino all’ammontare dell’imposta sul reddito (irpef) determinata  ogni anno.
I redditi soggetti a imposta sostitutiva (redditi nel regime forfettario, redditi da locazioni in cedolare secca), pertanto, non generano imposta Irpef e quindi non consentono la detrabilità delle spese.

Una piccola simulazione

Vi descrivo ora un caso molto comune per fare una semplice pianificazione fiscale. Questo esempio, a solo scopo divulgativo, ha come obiettivo quello di sensibilizzare il contribuente sul fatto che è possibile adottare delle scelte che possono portare a un vantaggio di natura fiscale.

Il contribuente Dafne è una consulente aziendale con un fatturato incassato annuale da lavoro autonomo di Euro 50.000 e spese per l’attività deducibili per Euro 10.000.
Dafne è iscritta alla gestione separata INPS con un versamento annuale in media di Euro 11.000.
Ha due immobili di proprietà.
Uno adibito ad abitazione principale e l’altro affittato con un canone annuo di Euro 12.000 in cedolare secca al 10%.
Nel 2019 ha in programma di sostenere delle spese di ristrutturazione edilizia per Euro 40.000.
Visto che il suo fatturato non supera la soglia dei 65.000 deve valutare se rimanere nel regime ordinario (aliquota IRPEF per scaglioni) o passare al regime forfettario.

Analisi regime ordinario

Reddito soggetto a irpef: Euro 29.000
Irpef annuale: Euro 7.340 (calcolato con il sistema degli scaglioni)
Imposta cedolare secca: Euro 1.200
Detrazione annuale per lavori ristrutturazione: Euro 2.000 (50% dell’importo della spesa spalmata su 10 anni).

Le imposte sui redditi di competenza del 2019, nel regime ordinario, sono pari a Euro 6.540 (Irpef annuale + cedolare secca – detrazione annuale)

Analisi regime forfettario

Coefficiente di redditività: 78%.
Fatturato incassato: Euro 50.000
Contributi pagati: Euro 11.000
Reddito soggetto a imposta sostitutiva 15%: Euro 30.420 (dato da (fatturato incassato – contributi pagati) x 0,78
Imposta sostitutiva regime forfettario: Euro 4.563
Imposta cedolare secca: Euro 1.200
Le imposte sui redditi ammontano a Euro 5.763.
Nonostante la mancata detrazione delle spese per la risttruttazione edilizia, il regime forfettario è più vantaggioso rispetto al regime ordinario.

Pianificazione fiscale

Modificando il contratto di locazione, vediamo se è possibile aumentare il risparmio fiscale.
La revoca dell’opzione per la cedolare secca è possibile farla alla scadenza di ciascuna annualità contrattuale successiva a quella in cui è stata esercitata la scelta.
Eliminando l’opzione per la cedolare secca, il reddito derivante dalla locazione dell’immobile è soggetto a Irpef.
Poiché il reddito è inferiore a Euro 15.000,00 l’aliquota da applicare è il 23%.
L’imposta Irpef annuale è pari a Euro 2.760.
E’ possibile, pertanto, usufruire per intero anche della detrazione annuale per ristrutturazione edilizia, in quanto c’è capienza.

Dafne, modificando il contratto di locazione, si trova a pagare:

a) Imposta sostitutiva regime forfettario: Euro 4.563
b) Imposta Irpef canone di locazione: Euro 760 (Euro 2.760 – Euro 2.000 di detrazione)
c) Imposta di registro: Euro 120

Per un totale complessivo sui redditi percepiti di Euro 5.443.