Il regime forfettario che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2019, siamo in attesa della sua approvazione tramite la legge finanziaria da licenziare entro dicembre, prevede alcuni importanti requisiti che devono essere rispettati.
In base al testo della proposta di legge, i liberi professionisti e le ditte individuali che hanno avuto nel 2018 un fatturato non superiore a Euro 65.000,00 potranno accedere al nuovo regime già dal 2019. Il limite dei 65.000 euro deve essere ragguagliato ad anno.
Ad esempio: un professionista che ha aperto la sua partita iva nel regime ordinario il 1 luglio 2018, per poter accedere al regime forfettario dal 2019, non deve aver fatturato più di Euro 32.500 nel corso del 2018.
Ricordo che i professionisti e le imprese minori adottano il principio di cassa. Pertanto, il fatturato da considerare è quello incassato nell’anno e non quello che risulta dal totale delle fatture emesse.
Le altre limitazioni che è bene conoscere, al fine di valutare la possibilità di aderire al nuovo regime forfettario (ricordo che si applica l’aliquota sostitutiva all’irpef del 15%) sono le seguenti:
1) il professionista o il piccolo imprenditore non deve avere partecipazioni in società di persone o in società di capitali a responsabilità limitata;
2) il professionista non deve avere avuto nel corso del 2018 un reddito da lavoro dipendente o assimilato superiore a Euro 30.000,00.
Ad un mese dalla molto probabile entrata in vigore del nuovo regime fiscale, ecco alcune simulazioni fatte per aiutare il contribuente nella scelta di questo regime.
1) Con un fatturato annuale stimato di Euro 35.000,00 e costi deducibili per Euro 9.000,00, il risparmio è di circa Euro 1.900,00
2) Con un fatturato annuale stimato di Euro 45.000,00 e costi deducibili per Euro 12.000,00 il risparmio è di circa Euro 3.400,00
3) Con un fatturato annuale stimato di Euro 65.000,00 e costi deducibili per Euro 15.000,00 il risparmio è di circa Euro 7.500,00.